martedì 2 marzo 2010

B. gridò cercando di convincermi a restare vicino a lui, e anche se avevo paura, lui era l'unica persona che conosceva la via per tornare indietro.
Avevamo camminato a lungo e probabilmente tu avevi già finito di sistemare quell'auto maledetta...

- Scusami... Ultimamente non so quello che faccio... - Disse.

- Pensa solo a riportarci indietro, d'accordo...?

Non amavo essere così aggressiva con lui, conoscevo il suo carattere sensibile, e di certo non se lo meritava...Ma non potevo dimenticare quello che aveva appena fatto.

Finalmente cominciò a farmi strada, e dopo pochi minuti cominciai ad intravedere la tua auto parcheggiata più lontano rispetto a quella di B...
Istintivamente cominciai a correre verso essa, e dietro al cofano aperto ti nascondevi tu, indaffarato.
Cercai comunque di rimettermi in sesto, mi asciugai velocemente il volto e tirai un sospiro, lunghissimo e che dava peso a tutto il mio corpo.

Camminai verso di te, e senza far intendere nulla dissi:

- Amore... Voglio tornare a casa...
- Ma dov'è mio fratello...? Dio, stai bene vero?
- Sì, è tutto a posto. Voglio tornare a casa ti ho detto.

Se c'era una cosa che davvero non sopportavo era mentirti.
Ma l'ho fatto con tutte le intenzioni più buone di questo mondo, se ti avessi raccontato la verità, sarebbe scoppiato un putiferio.


- Cucciola non possiamo ora... Capisco la tua stanchezza, ma questa cosa non vuole decidersi a partire... Merda... Vieni qui.

Ci siamo abbracciati e rimasi ad ascoltare il tuo cuore battere per un pò.
Avrei voluto restare così per sempre...
Ma avevo paura, che cosa avrebbe detto B. adesso?

Tutto quello che riuscii a sentire fu un tuo bacio sulla fronte che mi spaventò, stavo nettamente pensando ad altro.

Cominciai a sentire dei passi venirci sempre più incontro, erano quelli di tuo fratello, che ero riuscita a sorpassare durante la mia corsa sfrenata.
In quel preciso istante chiusi gli occhi, come se fosse servito a nascondermi.

Rimase immobile, e passò qualche secondo... Ci vide abbracciati e forse aveva intuito il tuo non sapere.
Era meglio tacere, su questo aspetto eravamo d'accordo.

-
Senti, la macchina è proprio andata, possiamo attaccarla alla mia... Torni a casa con noi intanto.

Le tue parole ruppero il silenzio, io e B. eravamo come incantati, non c'era niente da dire.
Mi spaventava a morte quello che sarebbe stato il ''ritorno a casa''.
Tu alla guida e io di fianco a te; B. nel sedile posteriore.
Non potevo pensarci...

Continuavi sempre di più a stringermi e incominciammo ad andare verso la macchina, B. frettolosamente prese posto dietro.

- Ho voglia di un bel gelato... Possiamo fermarci al primo Autogrill che troviamo?

Restammo entrambi in silenzio, hai messo in moto mentre ancora cercavo di inserire la cintura di sicurezza...

Averti mentito ancora mi stava logorando dall'interno...

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